TRA RIGORE E CREATIVITA'
Se mi dovessero chiedere “Che lavoro vorresti fare da grande?” direi subito che il tipo di lavoro che fa per me, è di sicuro un lavoro creativo. Fra tutti i lavori di questo genere, quello che mi ha affascina di più è il Graphic Design.
Questa passione è nata circa ad ottobre dello scorso anno, quando era arrivato il momento di iniziare ad informarsi sulle scuole per il prossimo anno. Una delle prime a cui ho pensato è stato il Liceo artistico ma, dopo diversi ragionamenti, ho escluso questa opzione. Facendo altre ricerche ho scoperto la scuola di grafica. Consultando il quadro orario mi sono resa conto che includeva materie per me molto interessanti. Verso la fine di dicembre, ho partecipato al microstage proposto dall’Istituto L.Einaudi a Cremona e, quando sono uscita, sono rimasta molto entusiasta. Ho capito che è la scuola adatta a me. Infatti, dopo che si sono aperte le iscrizioni, la mia scelta è stata Grafica e Comunicazione.
A scuola, con il professore di tecnologia, io e i miei compagni abbiamo avuto l’opportunità di girare un film per il concorso nazionale “Quel fresco profumo di libertà”. I temi di questa gara sono: la legalità, la mafia, la cittadinanza attiva, la pace dell’intercultura, per dare voce e concretezza alla libertà di cui parlava Paolo Borsellino. La premiazione avrà luogo a Palermo e i vincitori saranno invitati a percorrere un itinerario guidato presso luoghi di particolare interesse nell’ottica formativa di una memoria operante. Prima di iniziare le riprese ci sono stati molti altri passaggi per svolgere al meglio il resto del lavoro. Dopo aver scelto la trama del film ci siamo divisi i compiti e a me hanno assegnato quello della direttrice della fotografia, che si occupa di disporre la luce e modellarla in modo da ottenere un’immagine particolare. Un fotografo decide anche il “sapore emozionale” che deve avere una scena e come creare le suggestioni visive nello spettatore, la composizione dell’immagine, i movimenti della macchina e le ottiche da utilizzare. Non ha molto a che fare con il grafico, però con la fotografia e con il cinema sì. Questo mi ha permesso di avere già un primo approccio con il mestiere. Altre occasioni per poter mettere in campo la mia creatività me le ha offerte l’insegnante di sostegno, che è anche il coordinatore di classe, che mi fa partecipare alla creazione delle installazioni per particolari Giornate o avvenimenti. La scelta dei colori, delle posizioni di oggetti, la creazione di collage infatti li assegna a me.
Molto spesso si confondono le professioni di graphic design e quelle di grafico pubblicitario. Quali sono le differenze?
Le principali discipline del graphic design sono Brand Design, Web Design, Editoria e Advertising. Il Brand Design rende un marchio tangibile ed esclusivo attraverso lo studio del nome, del logo, dei colori, dei caratteri tipografici e dei segni riconoscibili; il Web Design progetta l’interfaccia e l’usabilità dei siti web e deve possedere conoscenze di User Interface Design, progettazione visiva, studio dei colori, architettura delle informazioni e di comunicazione; il grafico editoriale è un professionista che lavora in campo editoriale, occupandosi di impaginazioni di magazine, giornali, brochure, e-book, libri, pieghevoli, cataloghi.
Il grafico pubblicitario, invece, si occupa della creazione della classica pubblicità, che ha lo scopo di attirare l’attenzione del consumatore verso un determinato prodotto o servizio, di influenzare le scelte del pubblico di riferimento o più semplicemente di veicolare un messaggio. Esso non ha solamente lo scopo commerciale ma anche quello di far riflettere o informare, come ad esempio per le campagne pubblicitarie a favore dell’ambiente, per la sicurezza stradale….
Lo scopo del graphic design è quello di creare elementi che serviranno a rendere accattivanti e originali oggetti, siti, brand, loghi, riviste. È infatti una figura professionale molto ricercata nelle aziende perché il suo lavoro contribuisce in larga parte al successo dei prodotti.
La responsabilità principale di un Graphic Design è la disposizione degli elementi nel modo più semplice e funzionale possibile. È inoltre in grado di assumere in prima persona responsabilità progettuali e di direzione artistica e di fornire consulenza tecnica in tutte le fasi della creazione di un prodotto.
I Graphic Design sono professionisti che operano in più discipline della comunicazione, sfruttando le competenze nel campo della fotografia, della tipografia o del web design. Essi possono lavorare in vari ambienti: negli studi professionali, nelle agenzie pubblicitarie, negli uffici di grafica delle redazioni di giornali o riviste, di case editrici o interni alle aziende, oppure come freelance, collaborando con agenzie, aziende o committenti individualisti.
Alcune delle principali mansioni del Graphic Design sono creare contenuti visivi esteticamente accattivanti che veicolino un'idea o un messaggio per il pubblico di destinazione; incontrare i clienti, interpretarne le richieste e definire obiettivi, dettagli, tempi e budget dei progetti di grafica; sviluppare un progetto; preparare bozze manualmente o utilizzando software e programmi di grafica; scegliere colori, stili, immagini per comporre il layout; presentare le bozze al committente e implementare la versione grafica definitiva; fornire supporto e consulenza tecnica in fase di revisione, stampa e pubblicazione; suggerire le tecniche migliori per un risultato finale efficace e di qualità.
Le offerte di lavoro si rivolgono generalmente a candidati in possesso di un diploma in grafica o con una laurea in Architettura, Design e Comunicazione.
I corsi comprendono argomenti teorici come storia dell’arte, semiotica, scienza della visione e teorie del colore, comunicazione e marketing, e una parte pratica in cui si apprendono gli strumenti per la progettazione visiva applicata alla stampa, al web e ai contesti multimediali. In particolare un Graphic Design deve saper usare software grafici professionali come Illustrator, Phoshop, InDesign (della suite Adobe), programmi di grafica e fotoritocco come CorelDraw, ma anche programmi di videmaking e le nuove tecnologie per la grafica 3D.
Ci sono poi diverse possibilità di carriera per i Graphic Designer senior. Ad esempio, all'interno di una agenzia di grafica e comunicazione, un grafico può diventare Art Director e assumere in prima persona la guida e la direzione artistica dei progetti, supervisionando tutte le fasi della realizzazione e coordinando il lavoro di grafici e copywriter, verificando la qualità delle bozze e assicurandosi che vengano rispettati la deadline e il budget stabiliti con i clienti.
Oppure può mettersi in proprio e lavorare come grafico freelance, o aprire uno studio di grafica e gestirlo come titolare, occupandosi in prima persona dell'implementazione del portfolio clienti.
Negli ultimi anni la grafica ha subito un’evoluzione impressionante, grazie soprattutto ad un processo di tecnologizzazione che si è diffuso a livello mondiale. Si differenzia dalle Belle arti ufficialmente dal 1922, quando William Addison Dwiggins inventa il termine Graphic Design proprio in tale anno. Nell’Ottocento la scienza e la tecnologia si sono evolute a tal punto da comportare sostanziali cambiamenti anche nella stampa. Ma anche la fabbricazione della carta e le creazioni dei caratteri hanno subito un forte cambiamento. Questo fece sì che si sviluppò un’industria tutta nuova, finora sconosciuta, ovvero quella della pubblicità; da qui ci fu una richiesta più massiccia di novità, venivano infatti commissionati nuovi caratteri, si sviluppò il concetto di design e anche i metodi di stampa furono sempre più veloci.
Nel 1798 nacque la prima macchina per fabbricare la carta. Fu progettata in Francia da Nicholas Louis Robert, poi sviluppata in maniera più efficace nel 1803 dall’ingegnere inglese Brian Donkin. Arriviamo così all’invenzione della rotativa, nel 1810 sempre in Inghilterra. Già nel 1840 era possibile stampare 2400 copie di un giornale di quattro pagine in una sola ora. Friedrich König nel 1814 brevettò la prima macchina a stampa piano-cilindrica, composta da un cilindro sulla cui superficie vengono stesi tre fogli, sotto il cilindro scorre il piano con la forma di stampa. Durante la corsa del carro il cilindro avanza di un terzo di giro, stampando così tre fogli ogni giro. In questo periodo nacquero anche i primi caratteri che creano l’illusione ottica del 3D, si inizia a sperimentare l’uso di ombre e profondità e nel 1816 nasce il carattere sans serif. Ed è nel 1886 che Ottmar Mergenthaler inventa la Linotype, una macchina per la composizione meccanica monolineare del testo, mentre l’anno successivo Tolbert Lanston brevetta la Monotype, per la composizione meccanica a singoli caratteri mobili.
Anche la fotografia fa passi da gigante in questo periodo: nel 1837 infatti Godefroy Engelmann brevetta un processo chiamato cromolitografia, una litografia a colori che permette di stampare i primi poster pubblicitari.
A fine dell’Ottocento, insieme alla crescita della produzione e del commercio, la stampa assume un ruolo dominante e le letture quindi diventano più variegate. Oltre al classico quotidiano, iniziano a fiorire riviste illustrate, romanzi economici, strisce a fumetti, ma anche cataloghi, volantini e materiali pubblicitari.
Un precursore della Bauhaus fu il Deutscher Werkbund, fondato nel 1907 da critici del design, architetti, e rappresentati dell’industria. L’obiettivo era quello di avvicinare le arti, i mestieri e l’industria, in modo da realizzare prodotti disegnati meglio e più funzionali: ci avviciniamo all’idea di Graphic Design come la conosciamo oggi.
Negli anni del Secondo dopo guerra ci fu una vera e propria esplosione nelle arti grafiche americane, che si estese anche oltreoceano. Questo periodo, fino a circa gli anni Ottanta, fu caratterizzato dal boom economico e quindi le arti grafiche erano strettamente applicate a fini pubblicitari.
È alla fine del ‘900 che, successivamente all’invenzione del computer, avviene una digitalizzazione della tipografia. Si passa quindi da un’attività fisica (dalla disposizione dei caratteri alla stampa vera e propria) ad una più virtuale sui computer: il processo creativo viene quindi completamente rivoluzionato.
Diventare grafico vuol dire avere l'opportunità di sfruttare a livello professionale il proprio talento artistico e la propria creatività, in un lavoro molto vario e dinamico.
La professione di Graphic Designer permette infatti di cimentarsi con progetti sempre nuovi, con l'obiettivo di riuscire a rendere al meglio un'idea, un messaggio o un'identità aziendale attraverso le tecniche di grafica.
Come ho detto in precedenza la scuola scelta da me è stata l’Istituto Einaudi di Cremona. Questo tipo di percorso mi porterà ad avere già le basi per poter svolgere la professione di Graphic Design una volta terminati gli studi. Se col passare del tempo la passione per questo lavoro dovesse un po’ svanire, avrei altre possibilità di carriera, dato che gli sbocchi universitari sarebbero molteplici: la facoltà dell’area della grafica pubblicitaria, del design, della fotografia e del cinema; la facoltà di ingegneria, di architettura o l’Accademia delle Belle Arti.
Non ho una figura particolare a cui mi ispiro però due miei zii facevano i grafici come professione, quindi ho scoperto un po’ anche grazie a loro la scuola di grafica, infatti mia mamma dice sempre che ho “il loro stesso sangue”.
Penso che questo mestiere sia anche un veicolo per trasmettere messaggi importanti. Se mai dovessi diventare una Graphic Design di successo, sfrutterei questa opportunità per questo. Alcuni esempi di messaggi significativi potrebbero essere la povertà, i cambiamenti climatici, la violenza o alcune giornate di riflessione.
Svolgendo questa ricerca, ho imparato e scoperto altre mansioni che svolge il Graphic Design che prima non conoscevo. Ho capito che in questo lavoro io mi rispecchio perché si toccano argomenti che mi incuriosiscono molto.
Irene Seniga