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UNA VITA RACCONTATA

La guerra. Che gran parolone… Spesso ne abusiamo. Spesso la usiamo in modo superficiale, senza darle il giusto peso e valore. Quando ci parlano di guerra pensiamo sempre ai carri armati, ai missili, alle trincee ed ai bombardamenti. Non pensiamo mai a quelle persone che la guerra non l’hanno fatta, bensì l’hanno vissuta. Non pensiamo spesso a coloro che hanno combattuto a modo loro, nella loro quotidianità e nel loro piccolo.

“Diario di una Primavera” racconta le giornate di un paio di mesi di Don Primo Mazzolari, prete che ha vissuto all’oscura durante la Seconda Guerra Mondiale. 

Ecco lui è l’esempio della quotidianità stravolta che praticamente tutte le persone hanno vissuto. Di una vita azzerata ed annientata, che ha dovuto farsi largo tra le macerie materiali ed immateriali. 

Attraverso descrizioni, pensieri e poche parole, Don Mazzolari racconta ciò a cui la sua vita si era ridotta. Una vita circoscritta in 4 mura, dove l’unico contatto con il mondo reale era una finestrella da cui non si intravedeva molto. Lui racconta la sua esperienza senza usare grandi parole complesse. No, lui racconta come una persona semplice, con parole semplici, con descrizioni semplici e riflessioni semplici. Mi raccomando, non confondiamo la semplicità con la banalità! Mazzolari era un uomo tutt’altro che banale. Ma la sua caratteristica, e di conseguenza anche l’impronta che ha lasciato sui suoi manoscritti, era la sua semplice umanità e normalità. Non fece nulla di tanto eroico, lui scelse. Prese una posizione e ne accettò le conseguenze. Nel suo diario, possiamo quindi vedere la sua umanità, il suo essere persona, che fa i conti con la sua decisione. 

Consiglio vivamente a tutti di leggerlo molto profondamente, senza essere superficiali. Perché essendo semplice, paradossalmente è più complicato da comprendere a pieno. Spero che queste mie parole abbiano destato un minimo della vostra curiosità!

Ecaterina Gidioi

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