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L'OPPORTUNITA' DI SERVIRE
1. Chi è e di cosa si occupa un assessore ai servizi sociali?
Innanzitutto tengo a ringraziarvi per questo bell’invito. Sarebbe stato bello conoscervi di persona. Mi chiamo Maria Luisa Pagliari, abito a Bozzolo e da ormai 5 anni ricopro la carica di assessore nell’ambito dei Servizi Sociali. Ho intrapreso questo percorso un po’ allo sbaraglio ma, probabilmente come accade anche a voi in questo momento della vostra vita, anch’io ero desiderosa, da adulta, di espormi in prima persona in un impegno verso gli altri. Ho conosciuto questo ruolo un poco alla volta, e anche il piccolo paese ha rivelato le sue complessità e complicazioni.
L’Assessore ai Servizi Sociali coordina e collabora con l’Assistente allo stesso ambito
del Comune. Per poter svolgere questo incarico, a mio avviso, non occorre una formazione particolarmente specifica, ma certo è necessario uno spirito di forte collaborazione con l’Amministrazione, e una predisposizione alla facilitazione. L’Assessore ha il compito di dedicarsi ai bisogni delle persone fragili. E in qualsiasi realtà, le fragilità sono tante.
2. Ci racconti un po’ di Lei. Il Suo percorso di alunna, la Sua professione.
Sono nata ed ho abitato a Romprezzagno prima di sposarmi, ma ho frequentato le scuole a Bozzolo. Poi ho proseguito gli studi diplomandomi a Cremona, all’Istituto Tecnico Commerciale. Il mio diploma mi ha consentito di diventare contabile d’ufficio: Carte, fatture, parte fiscale. Un lavoro impegnativo. Nel poco tempo libero rispetto alla professione e alla famiglia, mi sono sempre dedicata alla parrocchia: catechismo, iniziative varie, gruppi di dialogo in montagna.
3. La sua formazione scolastica ha rappresentato un aspetto importante nel
definire la Sua persona?
Sicuramente. La formazione scolastica ti aiuta a voler sempre qualcosa in più. Non ci si deve però fermare esclusivamente alla scuola ma cercare di capire quel che ci succede attorno. Oggi ci si può formare ed informare in tanti modi. Quel che a mio avviso è oggi fondamentale è avere una formazione culturale a tutto tondo, grazie alle tante possibilità di cui godiamo. La parte sociale in questi anni mi ha aiutata a conoscere molto del mio territorio; all’interno dell’universo composito che è il sociale ci sono molte professionalità e risorse umane che mi hanno dato molta ricchezza.
4. Ci sono state esperienze nella Sua vita, incontri, avvenimenti che L’hanno
avvicinata a questo ruolo o l’idea di occuparsi del sociale è sempre stata presente?
Non ho mai voluto niente di particolare, ma molto nella mia vita è arrivato. Per natura, non tendo a chiudermi in me stessa ma cerco di darmi la possibilità di non precludermi le sfaccettature della vita. Per me questo è stato un caso, un caso piacevole e faticoso. È stata una formazione che ho voluto dare alla mia persona. Le opportunità vanno anche cercate. Voi giovani siete intraprendenti e siete un esempio. Ma anche l’adulto non deve darsi limiti. Guardare sempre avanti, cercando il meglio.
5. Cosa pensa degli atti vandalici di cui, ripetutamente, Bozzolo si trova ad occuparsi?
Già voi di questa redazione vi esponete e questo è molto bello. Non credo che siano i ragazzi gli esclusivi responsabili di questo problema sociale; occorre stare vicino a persone particolarmente fragili della vostra età, magari vittime a loro volta di problematiche famigliari e personali. Occorre dar loro un consiglio, coinvolgerli in qualcosa che li appassioni. Anche voi potreste fare qualcosa in questo senso, per voi e per loro. Noi come Comune ci stiamo impegnando e ascoltando genitori e figli, stiamo mettendo in campo educatori di strada. Occorre però cogliere il punto debole. Fare
squadra.
6. Nel corso di questi anni di assessorato, ha visto cambiare i bisogni della gente,
le emergenze di chi si rivolge a Lei?
Sono stati cinque anni particolari, travolti dalla catastrofe della pandemia. Questo Covid 19 ha toccato tutti, a partire da coloro che già erano fragili. Occorre dare una mano ai bisogni economici di chi è andato ancor più in difficoltà di quanto già non lo fosse. Anche lo Stato ha erogato buoni che noi abbiamo distribuito con un occhio di riguardo per chi fatica ad arrivare alla fine del mese. Molti hanno perso il lavoro, e questo ha innescato un’onda lunga di cambiamento. Adesso abbiamo la guerra in Europa e anche questo ha ripercussioni. Noi siamo disponibili ma l’accoglienza implica un’organizzazione e un’assunzione di responsabilità. Famiglie, ragazzi come voi da far sentire in famiglia. Alcuni si sono resi molto disponibili, altri si sono chiusi ancora di più.
7. Quali sono, secondo Lei, oggi, le priorità sociali che caratterizzano la realtà di
Bozzolo? Quale pensa che possa essere una risposta utile?
La realtà di Bozzolo è meno da isola felice di quanto non si potrebbe pensare. Dobbiamo stare vicini alle difficoltà di famiglie con mille situazioni fragili: handicap, problemi economici, sociali, culturali. Settori che dovranno sempre essere rinforzati. Anziani a cui stare vicini, tante situazioni di anziani da soli, privi di un sostegno famigliare, da coinvolgere in associazioni ricreative e sociali. Stranieri da inserire e da far sentire a casa loro. E poi c’è la parte giovanile a cui tengo molto, non solo da
mamma. Voglio anche in questo ambito tanti servizi mirati, punti di aggregazione nuovi o rimodulati. Abbiamo un oratorio efficiente ma non sempre adatto ai vari bisogni. Abbiamo tante attività che non sempre fanno rete. Mancano stimoli forti per i ragazzi.
8. Ha mai incontrato, nel corso di questi anni di impegno in Comune, persone che
hanno screditato il Suo lavoro? Se sì, come ha reagito? E ci sono stati momenti in cui è stata tentata dall’idea di abbandonare tutto e gettare la spugna?
La critica rivolta per un servizio dato al paese fa molto male. Una critica personale è meno offensiva. Lo sforzo è tanto, e talvolta parole vuote e gratuite feriscono. Indubbiamente nel sociale non sempre è facile far comprendere lo sforzo che si sta facendo, anche perché occorrono soldi, sforzi, volontà.
Occorre investire e giustificare i soldi che vengono spesi. Spesso mancano le risorse economiche. Spesso la gente esige risposte immediate, soluzioni drastiche. Ma le cose sono più complesse. I volontari, ad esempio, sono persone che agiscono con il cuore. Fondamentale spina dorsale di un paese. Si sono rigenerati senza alcun tornaconto economico. Queste sono le soddisfazioni più grandi in un lavoro intenso e non sempre gratificante come il mio.
8. Torniamo al vandalismo che sta colpendo il nostro paese. Più concretamente,
che spiegazione si dà e che cosa si sta facendo per dare un segnale ai ragazzi coinvolti e alla popolazione?
Si tratta di un triste dato. Se ne stanno vedendo tanti, troppi. Al parchetto le porte di calcio sono state divelte. Gli stessi giochi utilizzati dai bambini vengono distrutti, l’ambiente viene sporcato. Le situazioni sono spiacevoli perché vanno a colpire i luoghi in cui tutti siamo invitati ad andare. Questi ragazzi vanno a togliere un’idea di benessere ad altre persone. Anche noi adulti abbiamo passato questa età critica, ma questo momento di transizione per loro sta dando esiti preoccupanti. Il Covid poi non ha aiutato gli adolescenti. La chiusura forzata ha portato ad uscire trasgredendo. E dando il proprio peggio. La fortuna è che siamo in un paese in cui tutti sanno chi siamo e tutti siamo chiamati ad aiutare, ognuno facendo la nostra parte. Speriamo che la fase si stia fermando.
9. Si è pensato o si sta pensando anche, ad incontri rivolti ai ragazzi con lo scopo
di renderli consapevoli delle conseguenze, civili e penali, alle quali anche un minorenne è esposto nel caso tenga un comportamento inadeguato? Me lo chiedo perché penso, come tutta la redazione, che ciò che sta accadendo debba diventare occasione di riflessione e di insegnamento.
Domanda molto utile che sicuramente è da porsi con quel che succede. Occorre maggiore consapevolezza. Per la loro età ad oggi rispondono le famiglie, altrimenti altre istituzioni. I servizi sociali, gli psicologi. È giusto che i ragazzi imparino a ripagare il danno. Gli incontri potrebbero essere un buon momento. Potremmo anzi collaborare con la scuola per prevenire questo aspetto. Non ci avevamo ancora pensato, potrebbe essere una buona idea.
10. Lei ha due figli adolescenti. Che futuro augura loro come cittadini di Bozzolo?
Spero che si possano realizzare rispetto alle loro aspettative. Ovviamente spero che ci sia la possibilità di un lavoro che li appaghi e che permetta loro di esprimersi. Spero che maturino con un’idea di bene, di giusto. Poi bisogna anche affrontare la vita giorno per giorno, sapendo far anche fronte agli imprevisti.
11. Secondo lei, abbiamo bisogno di requisiti innati o culturali per fare l’Assessore o basta una buona volontà?
No, come avevo già avuto modo di dire, ritengo che questo ruolo possa essere aperto a tutti. Occorre disponibilità e non dare troppo peso alle critiche. Il Servizio Civile può essere un buon inizio per approcciarsi alla dimensione sociale come entità complessa. I ragazzi si mettono a disposizione, fanno attività, danno un contributo nelle varie dimensioni del paese. Può essere un’ottima esperienza a livello sociale e personale, con una piccola retribuzione. Qualcuno ne ha fatto poi un lavoro.
Ecaterina Gidioi
Emma Fanetti
Arianna Affini
Greta Boschi
Niccolò Tarana
Giacomo Tarana
Asia Casilli
Caterina Canevari
Sohaib Nasr Allah
Sara Zanafredi
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