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ELISABETTA I SI RACCONTA

A scuola tutti hanno studiato la mia vita. Sono passati quattrocentodiciannove anni dalla mia morte ma, ancora oggi, tutti mi conoscono come Elisabetta I. Il mio vero nome era in realtà Elisabetta Tudor. 

Sono diventata un personaggio fondamentale per la storia perché ho governato l’Inghilterra dal 1558 al 1603, dando origine all’era elisabettiana. Posso considerarlo un fatto molto interessante, perché nonostante la mia giovane età sono riuscita a rendere il mio Paese un luogo migliore. Ho rafforzato l’industria tessile e il potere della monarchia, oltre ad aver contrastato la potenza navale spagnola.

Ero figlia di un secondo matrimonio tra Enrico VIII, re d’Inghilterra, e Anna Bolena. Proprio per questo motivo mia cugina e regina di Scozia, Maria Stuart, non mi riteneva una vera regina e mi voleva uccidere. È stata in carcere per diciannove anni!

Mio padre aveva avuto sei mogli, però il suo desiderio di avere un figlio maschio non si era mai realizzato. Insieme alla sua terza coniuge, dopo la decapitazione di mia madre nella Torre di Londra, concepì Edward, ma egli morì all’età di quindici anni. 

Maria I d’Inghilterra, chiamata anche la "sanguinaria", Edoardo V d’Inghilterra, Enrico il duca di Cornovaglia e Henry FitzRoy erano i miei fratellastri, figli del primo matrimonio di mio papà con Caterina D’Aragona. 

Inizialmente risiedevo a Woodstock, in Inghilterra, nella villa “Hatfield House”. 

Nel 1559 emanai un atto di uniformità, garantendo così la tolleranza di credere in qualsiasi religione. 

Dopo quarant'anni era stato edificato il teatro Globe, sulle rive del Tamigi. Era molto importante per me perché simboleggiava il mio amore verso l’arte, l’architettura e la letteratura. Ero una donna intelligente e colta, amavo il mio popolo e lui amava me! Ero sempre in accordo con il Parlamento, e partecipavo alla vita politica, sociale e culturale della mia epoca. Adoravo i cavalli, infatti non rinunciai di cavalcarli fino ai sessant'anni. Avevo un carattere difficile, perché volevo essere superiore a tutti. Provavo molto disprezzo per il genere maschile, causato dalla dolorosa fine di mia madre per via di mio padre. Conoscevo ben undici lingue: spagnolo, inglese, francese, italiano, latino, scots, greco, gallese, irlandese, fiammingo e cornico. 

Mi piacciono molto i dipinti e numerosi sono i miei ritratti. Ricordo ancora quando Georg Gower, in un famoso dipinto, aveva dovuto realizzare il mio pallido volto, per esaltare la mia purezza, il mio maestoso abito ricoperto di perle bianche, la gorgiera che indossavo ogni giorno e la corona. 

Grazie alla mia flotta ero riuscita a far diventare l’Inghilterra la nuova dominatrice dei mari nel 1588. Gli spagnoli furono i miei più grandi nemici. Io però ho avuto anche l’appoggio dei corsari, avventurieri autorizzati ad assalire le navi degli altri paesi. Il corsaro più fedele è stato Francis Drake. Fu il primo inglese a circumnavigare il globo, e fu insignito da me del titolo di cavaliere.

Il mio potere era molto esteso. Nell’America del Nord i puritani fondarono la prima colonia britannica che chiamarono “Virginia”, in mio onore. 

Durante l'ultima fase del mio regno però, caddi in una grave depressione. Esistono oggi molte teorie riguardo alla mia causa di morte. Per esempio l’avvelenamento del mio sangue per il pesante trucco che indossavo. 

Alla fine il potere passò nelle mani di Giacomo I, figlio di Maria Stuart.

Attualmente la regina Elisabetta II sta regnando sul Regno Unito, sull'Irlanda del Nord e su altri reami del Commonwealth. Nacque il 21 aprile 1926, ora ha ben novantasei anni e risiede nel famoso palazzo di Buckingham Palace. A differenza mia, si sposò con Filippo di Edimburgo ed ebbe dei figli e dei nipoti. Abbiamo molte caratteristiche in comune però oltre al nome. Entrambe siamo salite al potere da giovani e siamo riuscite a governare il Paese nel migliore dei modi per molti anni. Lei ha fatto, del senso del dovere una missione, adattandosi ai tempi come nessun altro. Due donne insomma che hanno segnato la storia del proprio Paese e non solo.


 

Eliza Indries

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