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L'ARTE IN UN PACCO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A scappare dalla guerra in Ucraina non sono soltanto i civili, ma anche le opere d’arte. Giovedì 24 febbraio è cominciata l’invasione del territorio ucraino da parte della Russia, centinaia di persone sono scappate rifugiandosi in bunker o sperando nei corridoi umanitari. Ma, in molti sono rimasti nel Paese natale, chi per combattere e chi, invece, per proteggere il patrimonio storico-artistico ucraino. Come, per esempio, nella città sotto assedio di Leopoli, dove, camminando per la piazza del mercato si vedono statue “impacchettate” con strati di stoffa ignifuga e lana di vetro oppure protette da paletti di legno posizionati dai cittadini. Dei Greci e Romani intrappolati in “sacchetti” per essere protetti da una guerra che è piombata con violenza nel Paese Ucraino. Come la statua del Nettuno in piazza del Mercato ma, anche le statue di Diana, Anfitrite e Adone che riportano alla cultura antica greca/romana. La stessa “protezione” è valsa, anche, per le statue attorno alla Basilica dell'Assunzione di Leopoli, la cui costruzione risale alla fine del XIV secolo.

Il 6 marzo 2022 questa sorte è toccata, anche, al Cristo di Leopoli fino ad adesso posto nella cattedrale armena della città. Il reperto storico-artistico medievale è stato trasferito in un bunker. La decisione è stata presa dalle autorità comunali, in cooperazione con le realtà del territorio sotto la guida di Lilia Onyschenko, capo del dipartimento per la protezione del patrimonio storico di Leopoli. Improvvisamente un’intera città si è messa in moto per salvare il simbolo di Leopoli e, per i credenti, un emblema della religione. Di mano in mano è stato trasportato fino al bunker sotterraneo, protetto dagli stessi cittadini. Lo stesso trattamento è stato riservato qualche giorno dopo alla statua “la pace di Canova”. Statue gloriose che rappresentavano la storia dell’Ucraina sono state impacchettate, simboli religiosi e artistici nascosti nei Bunker. Le speranze che le statue possano sopravvivere alla guerra sono poche dato che le bombe belliche non fanno distinzione fra patrimonio artistico e nemico, e forse, il Nemico è anche il quadro di rappresentanza del Paese che si vuole eliminare. Eppure, i cittadini, non hanno rinunciato, hanno corso per poter avere “l’onore” di trasportare Gesù Cristo.

Il fatto che più ha colpito di questo impacchettamento ucraino è che ciò non avveniva dalla seconda guerra mondiale. La storia si è ripetuta. Guardando i video in cui le persone “facevano a gara” per chi impacchettava meglio mi è stato impossibile pensare: “e io cosa avrei fatto se la sorte della guerra fosse capitata nel mio paese natale? Avrei fatto anch’io come quelle persone?”. Loro stanno proteggendo un patrimonio artistico, il LORO patrimonio artistico che rappresenta le loro radici. Stanno cercando di non perdere la memoria materiale artistica in ogni modo possibile, ricorrendo, anche, a modi “strani” e che, probabilmente, non riusciranno a sfidare le bombe. Personalmente, tutto questo mi ha molto colpito e mi ha fatto rendere conto di quanto siano importanti i monumenti di un Paese. A scuola stiamo svolgendo delle ricerche sui reperti storici di Bozzolo, la nostra cittadina. E, ci siamo accorti, che c’è tanto da salvaguardare anche fra le mura di un paese piccolo come il nostro. Ci sono i monumenti, le case, i teatri, le chiese che rappresentano la storia dei bozzolesi. E se la guerra arrivasse anche qua, anche noi ci armeremmo di paletti e stoffa ignifuga e scenderemmo in piazza a proteggere le nostre statue come quei cittadini ucraini? La guerra non fa distinzione: uccide le persone e uccide l’arte, ma noi siamo disposti a cercare di proteggerla, nonostante siamo coscienti del fatto che la maggior parte di essa verrà distrutta? Forse, ora, è il momento di diventare come i cittadini di Leopoli e proteggere il nostro patrimonio storico/artistico- il nostro orgoglio- e non lasciarlo al degrado.

Giorgia Maroli 

IIIA

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