LA VITA SOTTO LE BOMBE
I rumori delle bombe russe e ucraine fanno da sfondo. Un soldato con la bandiera giallo-blu si inginocchia vicino a una ragazza ferma ad un check-point. Ha in mano un anello, la donna si gira e riconosce, sotto l’elmetto, il suo compagno. Gli dice di “sì”, si abbracciano e intorno a loro altri soldati ucraini intonano degli inni di gloria. Questa è solo una delle tante storie di fidanzamenti avvenuti in periodo bellico in Ucraina. La guerra ha spinto molte coppie ad unirsi nel matrimonio. Non sono celebrazioni ricche di persone e regali, ma semplici e veloci perché c’è una guerra da combattere, dove a fare da testimoni sono i militari che si sono conosciuti in guerra. Estranei, fino a poco tempo prima. La guerra infuria nei cieli, ma c’è ancora tempo per inginocchiarsi e dire la “famosa domanda”. La guerra non è finita e così, neanche la vita di molte coppie.
FONTE: fqmagazine
Se la guerra minaccia le vite di milioni di civili Ucraini e Russi, nel primo Paese le nascite aumentano. Sulle finestre delle case ucraine degradate dalle bombe russe si vedono in mostra fiocchi azzurri o rosa per i 1500 bambini venuti al mondo sotto le bombe. Sembrano sbeffeggiare la guerra che avviene nella loro casa e che porta la morte. La città vive e le nuove vite sono una speranza per la vittoria del paese attaccato. I nomi dei nascituri ricordano i nomi dei missili inviati dagli Stati Uniti: Jevelin, Javelin, Jav o Javelina. Un'Ucraina che nonostante la morte riflette l’inizio di una nuova generazione nata in un momento fragile per il Paese.
FONTE: Avvenire
Giorgia Maroli