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L'OMBRA DELLA GUERRA 

Facendo il viaggio dalla mia nonna in Polonia sono andata in centro per vedere se quello che fanno vedere in televisione è vero.

Alla stazione dei treni, al piano superiore, c’era tantissima gente: le mamme con i bambini in braccio perché non avevano i passeggini, le persone che dormivano sulle panchine e sul pavimento alcuni avevano sotto una copertina, gli altri stavano direttamente  per terra seduti o sdraiati, appoggiati contro i loro piccoli bagagli. Tutti avevano un braccialetto di riconoscimento  

Nella parte inferiore si trovavano i punti d’accoglienza. Si sentiva parlare quasi solo la lingua ucraina. Quella gente aveva bisogno dei documenti temporanei, delle schede telefoniche e dell’aiuto per salire sul treno giusto e proseguire il viaggio.

All’esterno si trovavano le bancarelle con il cibo servito dai volontari e le tende con i tavoli e con le panche dove i rifugiati potevano sedersi e mangiare. C’erano anche 3-4 camion dei pompieri e alcune ambulanze.

 

Secondo me deve essere molto brutto perdere la propria casa, lasciare i propri familiari come gli anziani che spesso non vogliono abbandonare le loro case o gli uomini e i ragazzi che devono difendere il proprio paese e trovarsi in un paese che non conosci senza  sapere dove vai e quando potrai tornare, pensando che tutto ciò che hai lasciato probabilmente verrà distrutto e che la tua vita di prima della guerra non tornerà più. Avrei voluto aiutare quelle persone e soprattutto portare qualche giocattolo a quei bambini che hanno perso tutto. Ho pensato che la guerra è proprio sbagliata, l’avevo letta solo sui libri di scuola o vista in qualche film. Purtroppo lì invece era tutto vero così come vera era la disperazione di quella povera gente.

Sophia Marchini

IIIA Rivarolo

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