top of page

IL MESTIERE DI ASCOLTARE

So ascoltare?

 

Fin da piccola sentivo il bisogno di consolare i miei compagni, mi veniva spontaneo chiedere se avessero bisogno di aiuto perchè ero pronta a sedermi con loro e parlare. Andando avanti con il tempo questo mio comportamento è diventato un’abitudine e anche per la minima cosa io ero al servizio degli altri. 

Crescendo ho riscontrato anche io i primi problemi personali in famiglia o con gli amici e, per risolverne uno in particolare, ho avuto la possibilità di aiutare mia zia che di mestiere fa la dottoressa, per una sua tesi. Ho partecipato a vari incontri e oltre a superare la questione che mi affliggeva al tempo, mi appassionavano sempre di più le sue tecniche. Osservavo ogni suo movimento e per me era tutto nuovo e curioso. Scendevo dalla macchina e correvo dentro allo studio perché per me erano piccole lezioni per affrontare i miei problemi e per aiutare i miei amici.

Grazie a mia nonna sono riuscita a contattare mia zia quest’anno per rivivere il ricordo di quell’esperienza e mi ha raccontato la sua storia. La sua motivazione, ha detto che è come la mia. Quando era piccola andava sempre con sua zia in mezzo ai malati ma un giorno vide in mezzo a quel gruppo un bambino di cinque anni in carrozzina. Gli ha fatto compassione, l’ha guardato e lei gli ha detto “io ti salverò”. Dare aiuto, a chi aiuto non ha. Da quell’episodio mia zia ha pensato alla guarigione delle persone.  

Anche nell’antichità è nato questo bisogno. La psicologia come materia scientifica nacque in Europa nella seconda metà dell'Ottocento, tra il 1850 e il 1870 vari scienziati, in particolare fisici e medici, iniziarono a occuparsi dello studio della psiche (funzioni cerebrali, emotive, affettive e relazionali) analizzando le sensazioni, le emozioni e le attività intellettive. Prima di questo, però, ci sono stati altri che hanno visto nelle parole uno strumento in grado di curare.  Il primo vero psicologo, sembra essere nato addirittura nell’antica Grecia. Il filoso e oratore Antifonte, infatti, istituì a Corinto una sorta di “ambulatorio” dedicato alla terapia verbale. La sua “arte di evitare il dolore” prevedeva di narrare la malattia per dare spazio alla sofferenza. Questa terapia voleva sottolineare quanto le parole avessero un ruolo nella guarigione del malato, dando quindi rilevanza anche all’aspetto mentale.

Nel 1989, in Italia veniva regolamentata la professione di psicologo. Quando si parla di storia, è innegabile che il maggior sviluppo tecnologico sia stato raggiunto negli ultimi secoli con una velocità sempre maggiore. Oggi, ad esempio, la psicologia si deve confrontare con le nuove tecnologie, come la Realtà Virtuale, che aiuta il paziente a superare le fobie e il Biofeedback, tenendo sotto controllo le proprie risposte e funzioni corporee.

L’ uomo, nel corso della storia, ha sempre rivolto una particolare attenzione verso la mente umana e, come dal 480 a. C. ad oggi, non ha mai smesso di cercare di comprenderla.

Nel futuro, invece, quali saranno i cambiamenti? Grazie a delle lezioni scolastiche ho scoperto che in alcuni Stati esistono i robot lavoratori, ad esempio, che svolgono mansioni nei ristoranti o in ambito medico. Sarà lo stesso nell’ambito psicologico? Io credo di no perché, per quanto l’intelligenza artificiale risolva alla perfezione il quesito, se bisogna capire il paziente è necessario un supporto morale umano ed è essenziale il rapporto personale.

Nella mia vita quotidiana ho la possibilità di incontrare la figura della psicologa a scuola. Il nostro istituto le dà molto valore perchè è importante saper ascoltare anche gli studenti e aiutarli nel continuare il percorso scolastico più serenamente, cercando di cogliere le loro difficoltà. Questi sono gli anni in cui affrontiamo di più la vita sociale e potrebbero accadere ad esempio atti di bullismo.  Per noi ragazzi è difficile sfogarsi con qualcuno ma, se ci ritroviamo uno spazio dedicato solo a noi e possiamo contare su un adulto specializzato in questo, è tutto più semplice e facilitato. 

Grazie ad una ricerca ho scoperto che attualmente l'Italia continua ad essere al primo posto, rispetto al resto d'Europa, per il numero di psicologi. Le patologie più comuni, per cui gli italiani decidono di rivolgersi a uno psicologo sono l’ansia e la depressione. Al secondo posto troviamo invece la terapia di coppia. In questo ambito, le richieste di terapia di coppia sono aumentate in seguito alla pandemia di COVID-19. Gli psicologi infatti, durante la quarantena nazionale, hanno messo in campo, grazie alle nuove tecnologie, degli incontri online per permettere ai pazienti di avere un confonto in totale sicurezza, quindi nella propria casa.

In conclusione spero di tener vive queste mie abitudini e continuare a coltivare in me le curiosità di questo lavoro perchè alleviare le sofferenze dell’altro ti dà gioia. Ad esempio se riesco a dare a un compagno un buon consiglio e il problema si affronta con meno ansia, sono soddisfatta del mio lavoro e gioisco per lui. Al contrario, se il mio aiuto non è efficace rimango delusa, prendendola sul personale e mi immedesimo nell’altro. Anche da adulta, se raggiungerò il mio obiettivo, il mio comportamento penso sarà uguale però, in aggiunta, avrò uno studio alle spalle: per diventare psicologo infatti la prima cosa da fare è conseguire il diploma di maturità. Dopo ci si può iscrivere all’Università per seguire un percorso di studi che porterà alla laurea magistrale in Psicologia. Fatto questo, bisogna svolgere il tirocinio professionalizzante della durata di un anno. A fine tirocinio ci sarà da superare l’Esame di Stato che darà l’abilitazione alla professione. A me piacerebbe poter lavorare nell’ambito della psicologia infantile e adolescenziale perchè aiutare bambini e ragazzi mi permetterebbe di offrirgli una vita più tranquilla nella fase di crescita senza conseguenze gravi nel loro futuro. Non bisogna dare nulla per scontato: spesso genitori ed insegnanti pensano sia un comportamento passeggero quando invece il figlio o l’alunno ne soffre in silenzio. Io sarei lì pronta a dargli più che una mano, un orecchio per ascoltarlo al meglio! 


 

Maia Belluco

bottom of page