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LA MUSICA TRA GLI SPARI

In questi giorni di guerra la musica ha un ruolo importantissimo. Ho visto alla televisione e in rete moltissime situazioni in cui la musica ha più forza del suono delle bombe, delle sirene, dei missili e degli spari.

La musica può essere un modo per i cittadini ucraini per identificarsi e per rinforzare la loro identità nazionale. Ho visto un video nel quale un gruppo di cittadini disarmati andava incontro ai carri armati russi, cantando l’inno nazionale. Stavano difendendo la loro città dall’assedio servendosi dell’unica arma in loro possesso: la loro voce. Una scena da pelle d’oca.

La musica può essere anche un modo per creare luce nelle tenebre della guerra e per dare speranza alla gente nei momenti più difficili. L’immagine della pianista che suona il suo strumento nella sua casa ridotta in macerie ha fatto il giro del mondo. La donna sembra che non voglia abbandonare la sua casa senza prima aver dato l’addio al suo pianoforte. Si nota la sua commozione perché deve iniziare la canzone più volte, forse perché sta soffrendo troppo. E lì si vede quanto sia importante per lei la musica, quasi una medicina in quel momento orrendo della sua vita.

In molti video si è visto che la musica ha aiutato  molti bambini, costretti a vivere nei bunker , a sentirsi più forti e coraggiosi. Ho visto due video in particolare che mi hanno colpito: in uno c’era Maksyam di dieci anni che si era rifugiato con la sua famiglia in un auditorium e diceva che suonare il suo pianoforte  era l’unico modo per non pensare alla guerra; nell’altro video c’era la piccola Amelia che cantava “Frozen”, facendo sorridere per un secondo le persone che vivono con lei nel bunker. Nelle sue note erano chiare la forza e la speranza che solo i bambini riescono ad avere in certe situazioni.

In altri video la musica è stata un mezzo per esprimere solidarietà. In tutto il mondo si sono organizzati concerti benefici per raccogliere fondi per aiutare la popolazione ucraina. Molto toccante il video di quei 97 violinisti di tutto il mondo che suonavano insieme in rete una melodia ucraina. Un modo per sentirsi vicini e uniti, anche se lontani fisicamente.  Molto emozionante anche quando la cantante Gaia Gozzi ha cantato “Imagine” con una cantante ucraina allo stadio di San Siro. Si tenevano per mano ed erano tutte e due molto commosse, un gesto di pace bellissimo venuto dal mondo dello sport. Anche il cantante Mahmood ha cantato Brividi all’Expo di Dubai con la bandiera ucraina tra le mani. Un bel segnale ad una manifestazione che coinvolge persone da tutto il mondo.

Mi ha molto stupito, inoltre, il gesto del pianista italiano Davide che ha portato il suo pianoforte al confine polacco e ha suonato mentre i profughi attraversavano il confine per sollevare il loro morale. Un gesto semplice ma importante.

Tutte queste immagini non potrò dimenticarle facilmente e mi hanno fatto riflettere sul valore della musica nei momenti difficili. Può essere un modo per ricucire in parte le ferite di un popolo distrutto dalla guerra, può diventare uno stimolo e donare forza, coraggio e speranza per continuare a lottare senza arrendersi, può essere molto utile per comunicare emozioni e per dimostrare solidarietà ed accoglienza. Questo è il sorprendente potere della musica, che va oltre le parole.

Un giorno ho letto questa scritta su un muro : ”La musica pulisce l’anima dalla polvere della vita di tutti i giorni”. Sono d’accordo con questa frase e auguro alla popolazione ucraina di riuscire a trovare nella musica la speranza di credere ancora in un mondo di pace senza polvere. 

 

Giulia Stella

Classe 2A Secondaria  di Rivarolo Mantovano

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