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DIETRO IL MIRACOLO DELLA SCENA

A scuola ho capito cosa voglio fare da grande

È molto complicato rispondere alla domanda “Che lavoro vorresti fare da grande?” soprattutto quando hai tredici anni e devi ancora capire che cosa fare del tuo futuro. Per ora però, voglio cercare di immaginare che cosa voglio o che cosa mi piacerebbe fare da grande. 

A inizio anno scolastico ho partecipato a un progetto molto interessante con il docente di Tecnologia, ovvero la realizzazione di un film, più precisamente un cortometraggio. Io e tutta la mia classe abbiamo creato un vero e proprio film, con trama, significato, lavoro preproduzione e post-produzione. Ognuno di noi ha iniziato a scrivere una storia che potesse entrare tra le tematiche individuate dal professore. Alla fine della stesura abbiamo selezionato otto storie che potevano essere sviluppate e create; ci hanno suddiviso in gruppi, abbiamo scritto le varie scene e il messaggio che volevamo trasmettere ai nostri spettatori. Dopo questo, è stata individuata una storia che potesse dare il via a tutto il lavoro che precede le riprese. Ci hanno assegnato i ruoli e abbiamo iniziato a preoccuparci di tutta la parte di preproduzione: inquadrature, luci, colori, materiali, luoghi, personaggi, vestiti, trucco, acconciature.

Io ero una produttrice, più precisamente una produttrice esecutiva. Dovevo gestire il lavoro di altri, che cosa dovessero reperire, che tipo di presentazione in digitale dovessero creare, che inquadrature e disegni dovessero realizzare e, alla fine, unire tutti gli elaborati per eventuali correzioni. Così, fino ad arrivare alla fine, dove tutto doveva essere perfetto. Nel momento della registrazione io dovevo sempre stare attenta all’orario, alle varie dimenticanze, insomma, dovevo gestire tutto quello che stava dietro alla realizzazione del nostro cortometraggio. A scuola, per questo, abbiamo dedicato cinque ore piene di una mattinata; il lavoro ci ha impegnato molto e ha coinvolto tutta la classe, ognuno con i suoi ruoli specifici. Per me è stata un’esperienza fantastica, mi ha affascinato molto il mondo del cinema e di tutto quello che sta dietro un film. Anche se il prodotto finale dura dieci minuti ci possono essere ore ed ore di lavoro dietro e tantissime persone che aiutano nella realizzazione del prodotto finale. Essendo rimasta molto affascinata da questo mondo e, parlando anche con il docente di tecnologia che svolge questo di lavoro, mi ha detto che le lingue sono molto importanti, per viaggiare e per avere più possibilità e occasioni lavorative. Quando mi ha riferito questo aspetto è come se mi si fosse aperto un mondo avanti, perché potevo conciliare le lingue, che erano una delle mie passioni e la produttrice esecutiva, passione scoperta da poco ma che mi aveva da subito colpito. Sentivo che questo era quello che mi piaceva e quello che avrei voluto fare per il resto della mia vita. Mi piace stare dietro le quinte e gestire tutto il retroscena. Non so se, veramente, crescendo, questo sarà il lavoro che sceglierò ma, per ora, sono molto sicura che sia uno dei lavori fatti a scuola che mi hanno resa più soddisfatta in assoluto. 

Parlando nello specifico, il lavoro che vorrei fare è il produttore esecutivo. Il suo compito consiste nell’investire nell’opera attraverso sponsor e finanziatori, ma anche decidere come impiegare il budget a disposizione. Si assicura che il prodotto finale corrisponda alle caratteristiche individuate nella fase creativa e soddisfi le esigenze dei finanziatori. Si assicura che ognuno svolga in modo corretto il proprio lavoro. Una volta che il prodotto è stato terminato si occupa di distribuire il lavoro attraverso i canali a cui è destinato. La sua presenza è richiesta per tutte le fasi del processo preproduzione. Il produttore esecutivo non è presente solo nel mondo cinematografico, ma anche nella musica, nella televisione, nei videogiochi e nei documentari.

Ho sempre avuto la passione per il mondo del cinema, ma non ho mai avuto occasione di creare qualcosa di professionale ed ora, che ne ho avuto l’opportunità, devo confermare di essere stata molto fortunata. Mi sento a mio agio dietro le quinte e soprattutto mi piace tantissimo. Ovviamente quello che ho provato non è del tutto professionale, ma si avvicina molto. Per fare questo lavoro è necessario viaggiare ed è importantissimo farlo perché dà molti sbocchi su questo mondo. L’anno prossimo intraprenderò un nuovo percorso, frequenterò il Liceo linguistico quindi imparerò diverse lingue e ci sarà molta possibilità di viaggiare e di fare esperienze all’estero. Di solito chi vuole fare questo di lavoro, ha già contatti con chi è più esperto, ma questo non vuol dire che, anche chi non conosce nessuno, non possa fare lavori come il produttore esecutivo. Il percorso di studi che si dovrebbe seguire per diventare un produttore esecutivo cinematografico inizia dall’informazione su questo lavoro e poi, proseguendo con l’università, conseguire una laurea di primo livello in una scuola di cinema. Se ci si iscrive in università con un buon programma cinematografico, si potranno creare cortometraggi in determinati corsi. Per essere più specializzati in un determinato settore è consigliato, anche se non necessario, continuare con una laurea magistrale così da specializzarsi sempre di più nella produzione cinematografica. Necessario è invece iniziare a fare le prime esperienze nel mondo del cinema, cercare qualche modo per essere coinvolto in eventi cinematografici o teatrali organizzati dalla scuola o nel luogo in si vive.

Il cinema vero e proprio nasce a Parigi nel 1895 quando i fratelli Lumière (Augusto e Louis) hanno creato un cinematografo (macchina da presa che serviva come proiettore cinematografico). Il loro obiettivo era quello di riprodurre il movimento sfruttando l’invenzione della fotografia. Le loro prime pellicole duravano un minuto e raffiguravano panorami, luoghi, personaggi, argomenti di attualità.

Poi, nel 1900 le pellicole diventano più strutturate e complesse, come quelle dello statunitense David Griffit. Sempre nel 1900, negli Stati Uniti, il cinema diventa un’industria a Hollywood ed era formata da tecnici, artisti, attori e produttori. Si iniziarono ad affermare grandi attori del genere comico come Charlie Chaplin e Buster Keaton. Ad Hollywood nel 1927 è stato predisposto un modello organizzativo chiamato “Studio System” che comprendeva ogni settore della produzione di un film: sceneggiatura, riprese, montaggio, riproduzione, gestione nelle sale dei film

Le pellicole del cinema italiano degli anni ‘30 venivano girate, con scenografie ricostruite dentro uno studio cinematografico, con l’aiuto di tecnici e con la recitazione di attori teatrali professionisti. Dopo gli anni della Seconda guerra mondiale i registi del tempo abbandonarono la ricostruzione cinematografica finta (quella degli studi) scegliendo di andare lungo le strade e di girare in esterni, con un numero di tecnici ridotto, e facendo recitare attori non professionisti ma gente comune. Andando avanti nel tempo il cinema si è sempre di più rinnovato fino ad arrivare ad oggi.  Anche gli elementi caratteristici della cinematografia si sono evoluti. Ora, per la realizzazione di un film, è molto importante la presenza di: luce, scenografia, colore, personaggi, inquadratura, montaggio, suono, regista.

In classe abbiamo contribuito tutti con diversi spunti e ruoli, è stata una delle esperienze più particolari e più belle che ho vissuto a scuola. Allo stesso tempo è stato un lavoro impegnativo a cui abbiamo dedicato molti mesi di lavoro prima della realizzazione finale. Nonostante ciò, credo possa essere un lavoro che mi rispecchi e che mi appartenga appieno. 

Questo sarà il MIO lavoro. 


 

Alissa Fazzi

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