NELLA STANZA ACCANTO
Ci eravamo abituati, in questi anni pesanti, a saperla lontana da noi, dalle fatiche e dalle soddisfazioni di quella scuola che aveva amato e servito con tutta se stessa. Ad un’ora di strada. Tempo lungo, per chi va di corsa, ma confortante per chi spera, un giorno, di raggiungere una persona cara. Aveva dovuto rinunciare, negli anni conclusivi della sua carriera, a quella condivisione profonda e avventurosa che lei sapeva stabilire con i bambini i quali, una volta cresciuti, avrebbero a lungo parlato di lei, ricordandone la forza e l’affetto. L’avversario era troppo minaccioso per potersi dedicare anche ad altro: un nemico silenzioso, infido, traditore che le ha mangiato il tempo e le energie ma non i pensieri, sempre luminosi, lucidi, capaci di uno sguardo lungo, generosamente proiettato verso il domani. Ad un’ora di strada da noi, Stefanella lo ha contrastato per anni, opponendovi una straordinaria voglia di vivere e di continuare i tanti progetti avviati, di riprendere una ad una le troppe mani lasciate andare controvoglia. Era una persona intimamente gentile, Stefanella; una gentilezza mai di maniera, intimamente vera, affondata in radici di una saldezza che in poche altre persone abbiamo conosciuto. Fino a quando le forze glielo avevano consentito, a scuola si era spesa per supportare le mille fragilità che, lampanti o latenti, immancabilmente abitano l’universo classe. Aveva svolto con autorevolezza e straordinaria competenza il ruolo di funzione strumentale per i Bisogni Educativi Speciali, aprendo di fatto la pista ad una sensibilità che solo con il tempo la scuola avrebbe sviluppato appieno, sulle tracce irrinunciabili del suo prezioso lavoro. La dolcezza dei suoi modi custodiva una forza che spesso disarmava chi la avvicinava per una parola di conforto; una forza nutrita dalla fede e dall’umiltà di chi, della vita, ha compreso la provvisorietà e, insieme, il senso profondo. Per amore di quella vita che in più di un’occasione l’aveva messa alla prova, Stefanella si era armata per quest’ultima battaglia affrontata ad armi oneste, con la signorile dignità che le era propria. La sua vittoria è stata affidarci il suo testimone e, con esso, il suo testamento: la scia di luce e di bellezza che la sua presenza sapeva irradiare, la sua parola esatta, dritta al cuore, il suo ascolto empatico, il suo infinito coraggio senza strepito. Ricordarla è il monito ad essere degni del suo silenzioso esempio.
Buon viaggio Stefanella. Con noi per sempre.
La morte non è niente,
io sono solo andato nella stanza accanto.
Io sono io.
Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate un tono diverso.
Non abbiate l’aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo è sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non è spezzato.
Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri?
Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vita?
Io non sono lontano, sono solo dall’altro lato del cammino.
(Henry Scott Holland)