CI CREDO, CI RIUSCRO'
Eccomi qua in terza media, a pensare già a cosa diventerò tra cinque anni. Come farò ad entrare nel mondo degli adulti? A dire la verità non ho mai smesso e non smetterò mai di credere che un giorno diventerò una dottoressa. Fin da quando ho iniziato a formulare un pensiero, sapevo che questo sarebbe stato il mio futuro: aiutare il prossimo. Secondo me il lavoro svolto dalla dottoressa è un lavoro più che importante, perché è colei che mette le mani sulla salute, sulla vita di una persona. Ovviamente i medici vengono pagati molto rispetto ad altri lavori perché hanno una grande responsabilità. Non si può sbagliare a fare questo lavoro, ad esempio prescrivere dei medicinali rispetto a degli altri, perché ci sarebbero delle conseguenze molto gravi, anche la morte di qualcuno. Il medico per me è una persona che ti aiuta a star meglio non solo in ambito fisico, ma anche psicologico. Esistono i medici delle ossa, delle orecchie, del lavoro e molti altri che valutano la tua salute in ambito fisico; ma ci sono anche dottori come psicologi e psicoterapeuti che stabiliscono il tuo stato mentale. Oggi una mia passione è il computer, anche se non sembra lo so usare molto bene, conosco alcune “strategie” che magari altre persone non sanno, uso la mia fantasia e facendo questo spesso trovo un rimedio per fare tutto. La mia famiglia si rivolge sempre a me quando ha qualche problema con il funzionamento di cellulari, computer, stampanti. Lo so che non è una delle cose principali da sapere quando devi fare il medico, ma mi può sempre servire in futuro: quando lavorerò userò sicuramente mezzi tecnologici, perché la tecnologia si sta evolvendo sempre di più. Come abbiamo visto in classe ci sono dei macchinari che prendono il posto dei medici per fare addirittura degli interventi: questo dà sempre una grossa mano all’ambito sanitario. Ultimamente ho alcuni dubbi, sono attratta anche dal lavoro della psicologa dei bambini/ragazzi; credo che imparerei facilmente psicologia, anche perché sul posto di lavoro gli psicologi devono essere empatici e io capisco molto facilmente le persone che si confidano con me, anche solo guardando una persona, il suo comportamento, il modo in cui si muove e parla, capisco che tipo di persona è. Però sono un po’ più convinta a percorrere la strada della pediatra. Una cosa in comune è che entrambi i lavori aiutano la fascia d’età che riguarda lo sviluppo del bambino.
Di cosa si occupa il pediatra? Il pediatra è il medico specializzato nella cura dei problemi che possono manifestarsi durante gli anni di crescita del bambino, dalla nascita all’adolescenza. Possiede conoscenze mediche generali e una formazione specialistica in pediatria, tutto ciò che interessa la crescita e lo sviluppo psico-fisico del bambino. Segue il neonato nel suo percorso di sviluppo, ne cura l’alimentazione e fornisce vaccini per prevenire patologie. Nei primi anni di vita, controlla lo sviluppo fisico, psicomotorio e sensoriale del bambino come il peso, l’altezza e il funzionamento dei vari organi. Individua eventuali fattori di rischio per patologie o handicap, per riconoscerli e trattarli il prima possibile. Riesce a individuare maltrattamenti e abusi subiti dai bambini. Durante le visite, istruisce i genitori su una corretta educazione sanitaria, dallo stile di vita e alimentare, alle corrette modalità di somministrazione di farmaci e medicinali, oppure esami o visite specialistiche per approfondire la diagnosi e individuare la cura migliore; nel rapporto con i genitori rappresenta una figura di riferimento. Deve offrire il suo sostegno in caso di bisogno, quindi essere una persona disponibile. Deve essere preparato sia sul piano psicologico che sul piano comunicativo. Un bambino non è un adulto in scala ridotta, ma ha una sua anatomia e una sua fisiologia. Le competenze necessarie, sono riconoscere patologie e disturbi, essere capaci di relazionarsi con i bambini e avere un confronto con loro, gestire sia il bambino che la sua famiglia, dando dei consigli utili da svolgere anche durante l’assenza del medico, essere capaci di prendere decisioni ed essere responsabili delle proprie azioni, essere empatici con il paziente, riuscire a comunicare in una maniera che lo faccia sentire a suo agio.
Durante la storia, questo lavoro ha avuto molta importanza. Molti anni fa si usavano dei metodi dolorosi per far “guarire” una persona oppure di metodi non ce n’erano, per una febbre si poteva anche morire; infatti con il progresso scientifico, oggi si sono trovate molte cure, farmaci e vaccini e le persone che muoiono per malattie sono sempre di meno. Il medico è servito molto anche durante le guerre, curava i feriti sempre più numerosi, infatti non c’erano mai abbastanza dottori o persone volontarie; erano scarsi anche gli strumenti, come le bende che utilizzavano più volte.
Ma perché mi piace così tanto questo lavoro? Semplicemente mi attrae. Ogni volta che nominano l’ambito medico, mi si apre un mondo. Mi ha sempre attratto il mondo della scienza, nello specifico quello di trovare una soluzione a dei problemi, come per le malattie, i virus. In questo, sono sempre stata brava. Un’altra cosa che mi interessa è che nel lavoro lo scopo principale è socializzare: con il bambino, capirlo ed essere empatica nei suoi confronti; con i suoi genitori, far capire cosa è necessario per una buona crescita del loro figlio; con il corpo, come funziona e cosa permette di fare quella corporatura. Non sono tutti uguali e per questo con ogni figura bisogna approcciarsi in maniere differenti.
Grazie a questo testo, finalmente sono riuscita a darmi una risposta. Sì, questo è il mio lavoro ideale e mi rappresenta al massimo. Ci credo, ci riuscirò.
Beatrice Caporale